
SEMINARIO
Il patrimonio immobiliare religioso
Danny de Smidt è un artista olandese autodidatta, rinomato per i suoi dipinti ad olio fotorealistici, attraverso i quali cattura con maestria l'anima e la personalità dei suoi soggetti. Le sue opere saranno in mostra presso la prestigiosa galleria di OCRA Montalcino dal 21 giugno al 4 luglio.
Il luogo destinato al culto è dove risiedono l’identità di un popolo, la sua storia, le sue tradizioni, il suo orgoglio. Dimenticarli significa perdere storia e memoria che sono la sostanza dell’identità di una comunità, ma solo attraverso la relazione sarà possibile pensare a un riuso in termini sociali, ricreativi e di accoglienza vera. Principale attrattore deve diventare l’azione che all’interno del contenitore si svolge. Il ruolo dell’architetto è questo punto, quello di farsi medium tra il luogo, la sua storia e la gente che lo ha abitato, lo abita e lo abiterà. L’architetto deve possedere capacità di dialogo nel rendere i suoi committenti consapevoli dei contenuti progettuali, dei processi che l’opera deve innescare, trasferire o restituire a chi la frequenta. Ottenere tutto ciò significa analizzare e conoscere il contesto in cui si deve operare affinché il dialogo parta proprio dalla consapevolezza della necessità di quel luogo, di quel programma per il territorio che lo ospita e che da questo dovrà trarre nuovi processi di crescita.
“…..se entriamo in una chiesa abbandonata, spontaneamente ci facciamo un segno di croce e avvertiamo un senso mistico che ci pervade. Gli edifici ecclesiali non sono le vestigia di un passato ormai tramontato, non sono i reperti archeologici, che non hanno prodotto nel suo immaginario simbolico secolare, che ci parla ancora. Essi sono la testimonianza vivente di un “altrove”, che neppure la secolarizzazione ha spazzato via dalla coscienza umana” (don Roberto Tagliaferri).
Le chiese sono beni comuni che corrispondono a quelle risorse collettive accantonate dai nostri antenati e la cui rigenerazione può implicare una necessaria trasformazione sociale. I luoghi pubblici non sono più sentiti come spazi collettivi, questo abbassa i livelli del comfort urbano aumentando la tensione sociale e il malessere. Prima di pensare alla riqualificazione occorre essere certi di recuperare economie: non solo PIL (prodotto interno lordo), ma soprattutto FIL (felicità interna lorda). Per questo occorre orientare i processi di rigenerazione verso una prospettiva che possa avvalersi sia della capacità creativa di progettisti, enti e amministrazioni sia di forme di cittadinanza attiva e di responsabilità collettiva, risorse che sono state alla base della costruzione delle chiese.
Abbiamo gli spazi, i contenitori adatti a introdurre strumenti e azioni capaci di avviare fin da subito processi virtuosi in ambito urbano per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità sociale. I contenitori adatti sono quelli che già esistono e che conservano la memoria di quanto è successo dentro di loro. Per questo motivo quando si recupera un edificio storiconon si recuperano solo i suoi muri, ma la cultura che al suo interno pulsava. Una cultura basata sull’interscambio tra quello che si produceva dentro e fuori.
Occorre pensare a città possibili, ripartendo dal territorio, emancipandolo soprattutto
culturalmente. Le città possibili sono città in grado di modulare i propri spazi, fisici e
materiali, sui bisogni degli individui e della comunità. Le infrastrutture sociali (scuole,
chiese, spazi sportivi, collettivi) devono ritornare a misurarsi con l’uomo a piedi.
PROGRAMMA
- 14:00 Registrazione dei partecipanti
- 14:15 Saluti istituzionali
Don Carlo Nava (Presidente Istituto Diocesano Preti del Sacro Cuore)
Don Davide Rota Conti (Direttore dell’Ufficio dei Beni Culturali della Diocesi di Bergamo)
Arch. Edoardo Milesi (Scuola Permanente dell’Abitare)
Arch. Valentina Gritti (Consigliera OAB e referente del Gruppo Lavoro Beni Culturali)
Arch. Cinzia Robbiati (Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio per le province
di Bergamo e Brescia)
- 14:30-15:15 Arch. Edoardo Milesi, architetto docente Yac Academy Bologna
L’architetto non è un conservatore
- 15:15-16:00 Prof. Michele Rodi, architetto e docente del Politecnico di Milano
Usi, Riusi, Porosità. Le identità molteplici del patrimonio ecclesiastico nella città
contemporanea.
- 16:00-16:45 Don Roberto Tagliaferri, teologo liturgista, esperto di architettura dello
spazio sacro
Edifici sacri dismessi: un patrimonio della memoria e dell’identità di un popolo
- 16:45-17:30 Dibattito moderato da Edoardo Milesi. Interviene Arch. Cinzia Robbiati.
Istituto Diocesano Preti Sacro Cuore
Via Giuseppe Garibaldi n. 10 – Bergamo
Segreteria organizzativa:
info@scuolapermanenteabitare.org